Sit down comedy, la sfida impossibile del comico seduto

Forse bruciato da troppa televisione, un cabaret in profonda crisi cerca da tempo e con fatica di rigenerarsi.
Con “Sit Down Comedy”, spettacolo che si pone volutamente in competizione con la facile strada della Stand Up Comedy, mutuata dagli americani e intrapresa oggi da molti monologhisti nostrani in crisi di idee, Geoffrey di Bartolomeo porta una bella ventata di aria fresca e invade la scena con quell’originalità che avevamo già avuto modo di apprezzare nelle sue esibizioni durante il Talent show “Eccezionale veramente”, dominato da una imbarazzante mancanza di fantasia.
Sfuggire dai canoni di volgarità, turpiloquio, aggressività nei confronti del pubblico è la sfida che Di Bartolomeo affronta con “Sit down comedy”, giocando su diversi registri di comicità ed usando prepotentemente il proprio corpo in rapporto con una seggiola.
Era dai tempi di Enzo del Re, l’interprete di “Lavorare con lentezza” capace di proporre un recital di due ore accompagnato solo dal suono della sua seggiola, che non si vedeva un uso così spettacolare di questo oggetto di uso quotidiano, che nei racconti, nelle movenze e nelle acrobazie di Di Bartolomeo cambia continuamente aspetto trasportando lo spettatore nei luoghi più vari, dalla riva del mare a quella del fiume, dall’autobus al campo di calcio, dal ring alla stalla sociale, fino a farlo assistere all’incontro tra i primi missionari e i nativi d’America.
Eppure sulla strada della comicità garbata, intelligente, evocativa e piena di suggestioni permane la tentazione della agevole scorciatoia della “Stand up comedy”, rappresentata da un’asta di microfono, unico elemento a condividere la scena con la seggiola. La lotta è impari, Geoffrey di Bartolomeo dà il meglio di sé proprio negli sprazzi di schizofrenia pura che attraversano tutto lo spettacolo e di fronte alla quale finirà per soccombere, immolandosi proprio quando sembrava esser divenuto padrone della situazione.
Una nota a parte meritano le incursioni via Skype di Romina Antonelli, capace di rompere i precari equilibri faticosamente trovati dal malcapitato comico in scena e di coinvolgere il pubblico come se fosse fisicamente presente sul palcoscenico.
E’ certamente presto per dire se Geoffrey Di Bartolomeo, con la “Sit down comedy” abbia inventato un nuovo genere, ma al debutto dello spettacolo nella storica rassegna “Scena ridens” di San Costanzo ci siamo trovati di fronte a una performance promettente e innovativa, potenzialmente carica di imprevedibili sviluppi.

SIT DOWN COMEDY” con Geoffrey Di Bartolomeo – regia di Fabrizio Bartolucci – testi di Michele Gianni – costumi di Rosaria Ricci – rassegna Amat / Scena Ridens 2018 – Teatro della Concordia, San Costanzo 07/04/2018 – Ph© Luigi Angelucci
Elisabetta Salvi,